Trine 2: la recensione

Trine 2: il coloratissimo universo fantasy di Frozenbyte ritorna in tutto il suo splendore
Trine 2: la recensione
Trine 2: il coloratissimo universo fantasy di Frozenbyte ritorna in tutto il suo splendore

Con Trine 2, il coloratissimo universo fantasy realizzato dai ragazzi della casa di sviluppo finlandese dei Frozenbyte ritorna in tutto il suo splendore a due anni di distanza da quando, nella volta stellata del sempre più affollato emisfero videoludico dei titoli scaricabili, s’è accesa la luce scintillante del gioiello incantato che dà il nome alla saga.

Accolto calorosamente tanto dal pubblico quanto dalla critica di settore, il primo episodio della serie ha saputo attrarre a sé le attenzioni di un’utenza che col tempo, complice la riduzione del divario tecnologico tra le console casalinghe e i sistemi portatili di ultima generazione, si è fatta sempre più esigente e desiderosa di progetti completi e “veloci” con cui divertirsi in modo intelligente ma per un periodo di tempo relativamente limitato.

Elementi d’eccellenza come la cura maniacale per i particolari e la solidità delle meccaniche di gioco sono riusciti a trasparire sin dalle prime prove e dalle versioni dimostrative offerteci in questi mesi dal piccolo ma agguerrito team di sviluppatori con sede ad Helsinki: con la recensione di Trine 2 che vi proporremo quest’oggi, quindi, cercheremo di capire se i Frozenbyte hanno saputo conciliare le ottime premesse e le alte aspettative degli appassionati.

LUCI E OMBRE DEL TRINE

Come ogni proprietà intellettuale nata e cresciuta nell’alveo dei titoli acquistabili solo ed esclusivamente in digital delivery, anche la saga di Trine si caratterizza per l’assenza di una trama strutturata e coerente come quella dei videogiochi “maggiori”: pur con tutte le eccezioni e le specificità del caso, Trine 2 conferma il trend e si colloca a metà strada tra i puzzle game nudi e crudi e i platform “alla Braid” con una sottotraccia narrativa appena abbozzata. Sotto il profilo squisitamente autorale, Trine 2 s’intreccia indissolubilmente con la storia del capitolo precedente della serie e la riprende senza compiere inutili strappi né senza stravolgerla, vuoi perchè la formula escogitata nel 2009 dai Frozenbyte ha trovato l’apprezzamento del pubblico, vuoi perchè, a conti fatti, l’orizzonte videoludico del progetto era e rimane quello dei titoli “mordi e fuggi”.

Per quelli che potremmo definire i “limiti strutturali” della piattaforma digitale (in tutte le sue forme su PC, su sistemi portatili o su console), proprio come in passato lo sforzo compiuto dagli sviluppatori finlandesi nel dipingere una dimensione fantasy attorno al ruolo dei tre personaggi principali non va nella direzione della coerenza ma della bellezza estetica fine a se stessa. Il mondo esplorato dall’onniscente mago Amadeus, dal possente guerriero Pontius e dall’affascinante ladra incappucciata Zoya, per questo, sembra fatto a loro misura e non offre narrativamente nulla di “esterno” alle vicende vissute dai tre valorosi eroi richiamati dal Trine per difendere il regno dall’attacco di una misteriosa legione di goblin, di mutaforma e di diavoli provenienti da chissà quale piano astrale.

Le limitazioni della trama sono ben rappresentate dalle barriere invisibili che obbligano l’utente a procedere in due sole direzioni (avanti e indietro) in un mondo squisitamente bidimensionale ma in grado di abbracciare ambientazioni poetiche che si perdono all’orizzonte come un dipinto ottocentesco: il canovaccio narrativo e la componente avventurosa di Trine 2 confluiscono in un solo, grande fiume d’emozioni e di sensazioni scaturite dalle azioni di gioco di chi, interpretando i tre tenori di questo concerto di colori, ne diventa il maestro d’orchestra. La storia, assieme alla componente grafica, fa da viatico al gameplay vero e proprio che, come vedremo nel prossimo paragrafo di questa recensione, ha davvero molto da offrire.

Trine 2: galleria immagini

TRE EROI, UN SOLO DESTINO

Raccolti per donare a Trine 2 una struttura di gioco fluida e convincente, i frutti seminati dai Frozenbyte lavorando al precedente capitolo della saga non offrono slanci evidenti d’innovazione ma garantiscono al progetto quella solidità necessaria per sopravvivere nel durissimo mercato dei titoli in digital delivery.

L’architrave su cui poggia tutta l’impalcatura della giocabilità di Trine 2, infatti, è sostanzialmente quella del suo diretto predecessore: ad una prima occhiata, le situazioni sperimentate dai tre personaggi principali e i modi con cui questi ultimi risolvono gli enigmi e i puzzle posti sul loro tragitto sembrano essere i medesimi del 2009, seppur con piccoli distinguo legati più a fattori estetici che prettamente funzionali. Nelle prime fasi di gioco, l’unica differenza che balza agli occhi degli utenti di lungo corso è quella della barra del mana, completamente eliminata per garantire un’esperienza ancora più “scorrevole” e senza interruzioni di sorta: solo col tempo ci si accorge delle tante piccole migliorie apportate dagli sviluppatori.

Le innovazioni e gli elementi “classici” dell’impostazione videoludica data dai Frozenbyte alla loro opera digitale, nel loro complesso, hanno come comune denominatore la creatività che ha reso celebre il gameplay del passato episodio della saga: le abilità complementari del mago, del guerriero e della ladra ci portano ad interpretare in mille modi diversi ogni singolo livello, consentendoci di superare gli enigmi adottando un ventaglio di soluzioni estremamente esteso. Grazie anche all’introduzione di un inedito modulo di personalizzazione delle abilità degli eroi (legato come in passato all’acquisizione di fiale incantate e di sfere di energia sparse per la mappa), l’utente può impersonare il mago, il guerriero o la ladra per sfruttarne le specifiche peculiarità “switchando” dall’uno all’altro con la semplice pressione di un tasto.

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Seguendo la via dell’illuminazione consigliataci visivamente dal magico gioiello fluttuante che dà il nome alla saga, potremo così indossare i panni del saggio Amadeus per agire telepaticamente sugli oggetti lontani o per materializzare cubi o assi, e allo stesso tempo utilizzare il martello, la spada e lo scudo del tozzo Pontius per distruggere barriere di pietra o per avere la meglio sui mostri, senza dimenticare naturalmente la bella Zoya che, munita di arco e di rampino, saprà dimostrarsi un’ottima compagna di viaggio e una formidabile guerriera dalle lunghe distanze.

Nonostante la ricercatezza delle ambientazioni e la profondità del lato avventuroso ed esplorativo dei livelli, è l’elemento puzzle la vera ragion d’essere di un progetto come questo che, anche in ragione della solida e intrigante componente multiplayer, sa essere insolitamente impegnativo e al tempo stesso tremendamente immediato. Ripreso dalla modalità in locale del capitolo precedente, il modulo online di Trine 2 offre infatti la possibilità di collaborare con altri due amici in Rete per portare a termine le missioni dell’avventura in singolo interpretando ognuno un eroe diverso (nella modalità Classica) o senza alcuna limitazione di sorta relativa all’utilizzo contemporaneo di due o più maghi, guerrieri o ladri (nella modalità Illimitata), un aspetto, quest’ultimo, che estende ulteriormente la longevità del titolo dalle canoniche 6-7 ore del singleplayer “puro” alle 20 e passa ore necessarie per sperimentare tutte le varie soluzioni agli enigmi.

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GRAFICA E SONORO

Il reparto tecnico di Trine 2 è un elogio alla ricercatezza e alla cura maniacale per i dettagli. Ogni singolo pixel vibra armoniosamente in un arcobaleno di colori e di emozioni che ci riesce difficile spiegare a parole: la direzione artistica dei Frozenbyte è un raro esempio di maestria digitale che supera di gran lunga le nostre aspettative. A prescindere dalla “compattezza” di un progetto destinato al mercato digitale e quindi alla fruizione veloce, Trine 2 regala attimi di puro piacere visivo che si alimenta ulteriormente della bontà del motore fisico implementato dai programmatori finlandesi per dare vita alle ambientazioni e strutturare ogni singolo tassello del puzzle di enigmi, di trappole e di passaggi segreti ideato.

Al sontuoso comparto grafico risponde per le rime la componente audio, dalla quale ricaviamo una colonna sonora molto morbida e in linea con le atmosfere fiabesche del titolo, un buon complesso di suoni ambientali e un sistema di dialoghi (in inglese ma completamente sottotitolati in italiano) che scandisce in maniera impeccabile il ritmo dell’avventura.

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COMMENTO FINALE

Per la cura riposta maniacalmente dai Frozenbyte nella realizzazione delle ambientazioni, ma anche per il lavoro svolto dai ragazzi della casa di sviluppo finlandese nel migliorare il gameplay del precedente capitolo della saga, Trine 2 non può che colpirci in positivo.

A prescindere dalla mancanza oggettiva di innovazioni marcate nell’impalcatura di gioco, il progetto nel suo insieme si presenta solido come la roccia: proprio come la scintillante gemma incantata che disegna arabeschi di luce nel cielo variopinto che sovrasta i tre eroi della saga, Trine 2 indica la via che tutti gli sviluppatori indipendenti dovrebbero seguire per sciogliere, una alla volta, i lacci che legano le multinazionali alla logica industriale dei progetti serializzati e senza anima.

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Cosa ci piace
Cosa non ci piace
  • Artisticamente sublime
  • Giocabilità collaudata e fluida
  • Multiplayer in Rete ben implementato
  • Poche innovazioni rispetto al primo Trine
  • Trama appena abbozzata
  • Longevità non alle stelle

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