Street Fighter V: la recensione

Street Fighter V coniuga alla perfezione vecchio e nuovo: promosso a pieni voti.
Street Fighter V: la recensione
Street Fighter V coniuga alla perfezione vecchio e nuovo: promosso a pieni voti.

[related layout=”right” permalink=”https://www.gamesblog.it/post/408030/street-fighter-v-ecco-i-16-personaggi-disponibili-al-lancio”][/related]Nel mondo videoludico, sono poche le serie che hanno saputo rappresentare coi loro capitoli un emblema per più generazioni. Una di queste è sicuramente Street Fighter, picchiaduro in grado di uscire al di fuori dei confini dell’intrattenimento elettronico, per diventare un vero e proprio fenomeno di costume degli anni ‘90.

Nonostante il primo episodio del franchise risalga al 1987, fu infatti il suo seguito a entrare di prepotenza nella cultura del periodo: grazie alle sale giochi, ancora in voga all’epoca, era possibile trovare praticamente ovunque due persone che si scontrassero a Street Fighter II. Da quest’ultimo nacquero fumetti, anime e perfino un film con Jean-Claude Van Damme: una media del 12% su Rotten Tomatoes non è da tutti, ma poco importa se la pellicola è stata un fiasco, quello che conta è che ha contribuito anch’essa alla creazione di un mito destinato ad andare avanti per oltre un ventennio.

Nel corso del tempo, abbiamo perso il conto di quanti capitoli della serie Street Fighter sono arrivati sul mercato, tra edizioni Super, Turbo, crossover e chi più ne ha più ne metta. Per non perdere la bussola, si può però guardare la numerazione principale: l’ultimo episodio in ordine cronologico è stato Street Fighter IV, con cui nel 2008 Capcom ha proiettato la sua serie nella precedente generazione di console, ormai ampiamente tramontata in questo inizio di 2016 in cui ci troviamo.

I tempi sono dunque maturi per scoprire come Street Fighter V proverà a lasciare il segno nella nuova generazione videoludica: lo farà in più di un modo, visto che oltre al PC sarà solo PlayStation 4 a ospitare le gesta dei suoi protagonisti, lasciando a secco la console targata Microsoft. Proprio la piattaforma Sony è quella sulla quale abbiamo avuto modo di provare Street Fighter V, anticipando l’uscita di domani con questa recensione.

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Cosa ci piace

Uno Street Fighter per tutti
Con così tanti anni di presenza sul mercato, il rischio principale per una serie come Street Fighter è quello di ripetere sé stessa. Per questo motivo, i primi dubbi su questo nuovo capitolo sono stati legati proprio alla sua reale capacità di giustificare la propria esistenza. Dopo qualche assaggio rassicuratore grazie alla beta, possiamo adesso dire con certezza che Capcom è riuscita a dare a Street Fighter V una rinnovata capacità di respiro, senza per questo modificare la sua natura.

Il gameplay di questo nuovo capitolo attinge infatti dal proprio passato, come nel caso della barra EX già conosciuta dai fan della serie: in questa occasione le mosse super sono state rinominate in Critical Arts, ma il concetto è molto simile a quello introdotto con Street Fighter III. Dove Capcom ha invece pescato dalla propria fantasia è stato per creare la V-Gauge, barra dal funzionamento contrario rispetto a quella EX: essa viene infatti svuotata all’inizio di ogni round, e si riempie ricevendo colpi oppure usando le V-Skill, prima del trio di tecniche introdotte in Street Fighter V. Si tratta infatti di abilità di natura differente, legate al singolo personaggio e al suo stile di combattimento più votato all’attacco o alla difesa.

Ad affiancare le V-Skill troviamo V-Reversal e V-Trigger, il cui uso consuma la V-Gauge: nel primo caso, stiamo parlando di una contromossa simile alle vecchie Alpha Counter, da usare quando si viene attaccati, mentre nella seconda di un boost temporaneo in grado di cambiare – ma non sconvolgere – gli equilibri del round. Ai neofiti l’uso della doppia barra EX e V-Gauge potrà forse sembrare complicato nelle prime fasi di gioco, ma dopo la prima mezz’ora assicuriamo che inizierete a trovarvi a vostro agio. Questo non vuol dire che la strada per scalare le classifiche online non sia lunga e piena di pericoli: a pochi giochi come a Street Fighter V ci sembra si possa applicare il detto “facile da imparare, difficile da padroneggiare”.

È evidente che Capcom abbia avuto l’intenzione di creare un prodotto in grado di accogliere tutti quanti i fan del genere e della serie a cui esso appartiene, a nostro avviso riuscendoci in modo perfetto senza perdere l’occasione di strizzare l’occhio agli eSport, di cui questo brand fa ormai parte integrante.

Ottimo comparto tecnico

La volontà degli sviluppatori di non adagiarsi sugli allori appare più evidente che mai quando si va a guardare l’aspetto tecnico di Street Fighter V. Nonostante la presenza di diverse vecchie conoscenze nel roster, Yoshinori Ono e i suoi sono riusciti a dare nuova linfa anche alle facce più note: il caso emblematico è quello di Ken, per anni ritenuto da molti come una copia di Ryu. Lo stile del combattente yankee appare ora nettamente diverso rispetto a quello del lottatore giapponese, anche se entrambi conservano le loro mosse speciali che hanno fatto la storia di Street Fighter.

A questo contribuisce di sicuro anche l’introduzione delle V-Skill di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente: Ryu può infatti usare un’abilità di parata, di tipo difensivo quindi, mentre Ken dimostra di essere maggiormente votato all’attacco contando su un salto che gli permette di avvicinarsi in tempo ridotto all’avversario. Ma al di là delle digressioni sugli stili di combattimento dei singoli protagonisti, bisogna dire che Capcom ha saputo usare al meglio l’Unreal Engine 4 su cui Street Fighter V poggia le sue fondamenta: la grafica del capitolo precedente sembra lontana anni luce, permettendo al giocatore di apprezzare una quantità infinita di dettagli appartenenti a ogni membro del roster.

I fondali sono forse un po’ meno curati, ma presentano una buona varietà di colori e un’interazione con i lottatori che sicuramente non farà rimpiangere i vecchi giochi ai più nostalgici. Ottimo lavoro anche con la parte legata al sonoro, dove anche in questo caso troviamo elementi vecchi e nuovi fusi alla perfezione. In attesa che sui server di gioco arrivi il carico post-lancio, per ora abbiamo potuto verificare la presenza di un netcode solidissimo, con pochi problemi di lag anche in caso di avversari collocati lontano dal punto di vista geografico.

Il multiplayer è senza dubbio il cuore pulsante di Street Fighter V, come dimostra l’introduzione del Capcom Player Network destinato a cementare la comunità di giocatori grazie a replay, classifiche dettagliate e altre informazioni legate all’attività di gioco online.

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Nuova politica per i DLC
Il roster iniziale di Street Fighter V prevede la presenza di sedici personaggi: non tantissimi, ma per fortuna all’orizzonte ce ne sono altri sei destinati ad arrivare entro la fine del 2016. Con questo nuovo capitolo della serie, Capcom ha deciso di voltare pagina per quanto riguarda le sue politiche, annunciando di voler vedere il gioco come una piattaforma da aggiornare: non arriveranno dunque versioni successive, ma tutte le novità saranno integrate sulla versione base in arrivo sul mercato in queste ore.

Chi vorrà fare acquisti tra il materiale proposto dagli sviluppatori, avrà due possibilità: giocando a Street Fighter V si possono infatti accumulare soldi legati alla moneta virtuale del gioco, chiamata Fight Money. Non saranno di sicuro poche partite a permettervi l’acquisto di un nuovo combattente dal negozio online, ma è comunque buono sapere che dedicandosi a questo titolo con costanza sarà possibile ottenere contenuti che in altri modi avremmo dovuto pagare.

Se viceversa non avrete raccolto Fight Money e non vorrete aspettare di farlo, ci sarà sempre la possibilità di trasformare i soldi reali in virtuali, usando questi ultimi per gli acquisti.

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Cosa non ci piace

Single player migliorabile
Chi ha giocato a Street Fighter II ricorda di sicuro le sfide con gli amici, ma anche le numerose ore passate davanti allo schermo ad affrontare i personaggi controllati dalla CPU. Uno per uno, fino allo scontro con M. Bison, dopo il quale era possibile assistere all’animazione finale: un’esperienza appagante come poche altre, dopo una sessione intensa di gioco.

I tempi cambiano anche per Street Fighter, e dal punto di vista del single player adesso abbiamo una modalità Storia ben lontana da quella Arcade, in cui per ogni personaggio il racconto viene sviluppato in appena tre scontri. Selezionando il proprio lottatore, si assiste a una serie d’illustrazioni in stile fumettoso dove ci viene spiegato brevemente il suo background: una cosa utile più che altro per i neofiti, o per chi vuole avere un minimo di conoscenza sui quattro nuovi membri del roster (F.A.N.G., Laura, Necalli e Rashid) prima di scaraventarli nei combattimenti online.

Se in precedenza abbiamo esaltato il comparto tecnico di Street Fighter V, non a caso sono proprio le illustrazioni della modalità Storia a lasciarci perplessi, quasi come se in alcuni casi esse siano state realizzate in modo un po’ frettoloso. Anche se il resto dell’esperienza in singolo di Street Fighter V offre alcune alternative interessanti come la modalità Sopravvivenza, chi ama l’ambientazione di questo gioco resterà quindi molto probabilmente deluso.

La cosa dovrebbe essere però solo temporanea, visto che oltre all’aggiornamento di marzo dedicato alle sfide per il mese di giugno è previsto l’arrivo di quella che Capcom ha chiamato Cinematic Expansion: un racconto a tutti gli effetti con l’uso di scene animate, ambientato tra le vicende di Street Fighter IV e Street Fighter III. Almeno sulla carta, sarà questa l’occasione di soddisfare la sete di storia degli appassionati legati al lore di questa serie.

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Commento finale

Street Fighter V va a collocarsi perfettamente nel periodo storico in cui si trova il mondo videoludico, riuscendo a coniugare alla perfezione vecchio e nuovo. Per questo motivo, non abbiamo dubbi sul fatto che questo nuovo capitolo possa riuscire ad accogliere la vecchia guardia di fan, insieme a tutti coloro che vorranno unirsi alla lotta.

Per farlo, Capcom ha saggiamente deciso di cambiare politica, costruendo una piattaforma basata sulle richieste dei giocatori stessi, destinati a poter godere per anni del gioco dopo il suo acquisto. L’unico motivo per non mettere mano al portafogli, attualmente, è rappresentato dall’assenza di una modalità singola soddisfacente, ma se tutto va bene tra qualche mese questo difetto dovrebbe essere un ricordo. Se la sfida contro avversari reali in un gioco in cui ogni cosa è perfettamente al proprio posto vi può “bastare”, allora correte in negozio.

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