Medal of Honor: provata la beta multiplayer

Medal of Honor: provata la beta multiplayer


Qualcuno forse non se ne ricorderà, ma la serie Medal of Honor ha radici che arrivano oltre il confine con lo scorso secolo, al 1999 per la precisione quando Electronic Arts pubblicò per la prima PlayStation il frutto del lavoro di DreamWorks Interactive, con tanto di collaborazione col maestro del cinema Steven Spielberg per la realizzazione della trama del gioco.

Insieme a questo, il titolo della serie più apprezzato fu sicuramente Allied Assault, arrivato su PC nel 2002 e giocato praticamente allo sfinimento dalla community online per un periodo di tempo lungo diversi anni, durante i quali (e anche oltre) la serie Medal of Honor ha continuato a vedere nuovi capitoli, andando però inesorabilmente ad affrontare il proprio declino lasciando che il posto di miglior shooter in prima persona passasse ai vari Call of Duty.

Sarà infatti da Modern Warfare 2 che il nuovo Medal of Honor proverà a riprendersi lo scettro lasciato anni fa: per l’occasione Electronic Arts ha deciso di separare i compiti, mettendo il proprio studio di Los Angeles al lavoro sulla modalità singola e gli esperti DICE (Battlefield: Bad Company) a comporre quella multiplayer. Proprio di quest’ultima gli sviluppatori ed EA hanno deciso di lanciare la prima closed beta in questi giorni, permettendo a tanti curiosi (noi compresi) di toccare con mano quella che sarà la componente online del ritorno di Medal of Honor.

Abbandonato il plurimamente usato scenario della Seconda Guerra Mondiale, Medal of Honor si sposta ai giorni nostri andando ad ambientarsi nel conflitto in Afghanistan iniziato nel 2001 tra le forze congiunte di USA e Regno Unito contro i talebani, riproposte ovviamente anche in questa beta multiplayer del nuovo gioco destinato ad arrivare in Europa il prossimo 15 ottobre su PC, PS3 e X360. Proprio con la prima piattaforma abbiamo avuto modo di provare lo stato attuale del lavoro svolto da DICE, lanciandoci in alcuni match online nei server di gioco già sufficientemente popolati. Come primo antipasto di MoH, gli sviluppatori hanno deciso di proporre alla massa due diverse mappe in altrettante modalità: il classico deathmatch a squadre ambientato nelle rovine di Kabul e la missione nella mappa denominata Helmand Valley, permettendo così di iniziare ad apprezzare anche il design delle mappe, appositamente diverso per fare in modo che il test andasse a coprire due aree di gioco ben diverse.

Medal of Honor beta

Da Kabul al deserto

Ci troviamo così di fronte a una prima mappa di dimensioni medie, tra ambienti stretti, vicoli e cunicoli della città di Kabul in rovina, mentre la seconda va a svolgersi in spazi aperti, in un deserto nel quale l’obiettivo delle forze congiunte è quello di conquistare una serie di punti per permettere l’arrivo degli aerei da bombardamento sull’obiettivo finale. In entrambi i casi, le meccaniche studiate da DICE spingono il giocatore all’azione, mettendolo allo stesso tempo però in condizione da valutare bene ogni singolo passo, vista l’elevata possibilità di finire accoppati mettendo il muso fuori al momento sbagliato o andando in giro credendosi il Rambo della situazione. Copertura, pianificazione e collaborazione si rendono necessari soprattutto nella modalità a obiettivi, dove si ha tra l’altro anche la possibilità di apprezzare il carro armato, unico mezzo da guerra apprezzabile per ora in questa beta. Pur avendo alle spalle l’esperienza di Bad Company, il lavoro svolto da Digital Illusions si distacca da quello svolto sulla serie Battlefield soprattutto per quanto riguarda la collaborazione tra le classi, lasciando al giocatore la possibilità di scegliere tra tre di esse, nelle quali non troviamo il medico ma il soldato dotato di fucile d’assalto, il cecchino e lo “special ops” con mitragliatrice e lanciarazzi.

Per ognuna di queste classi è presente un sistema d’avanzamento studiato per far sì che il giocatore si trovi a evolvere oltre che nell’equipaggiamento anche nello stile di gioco, visto che per esempio inizialmente il cecchino si ritrova ad avere un mirino dalle potenzialità limitate, che lo spinge sì a svolgere il proprio lavoro distante dal luogo dell’azione vera e propria, ma non così tanto come ci si aspetterebbe da un soldato con un fucile di precisione in mano. Ci riagganciamo qui a quanto detto in precedenza: il giocatore è incoraggiato all’azione prima di poter godere ai livelli successivi di un miglior sistema di puntamento e conseguentemente della possibilità di svolgere il lavoro da cecchino da una distanza maggiore.

I primi livelli fungono quindi a tutti gli effetti da scuola per il gioco, attraverso la quale fare in modo che il giocatore prenda inconsapevolmente un certo stile che sia possibilmente quanto più possibile lontano dal camping, e cioè dal mettersi in un solo posto ad aspettare che qualcuno passi per freddarlo; in questo scopo aiuta sicuramente la decisione di mostrare sulla mappa le posizioni di tutti i giocatori presenti nelle proprie vicinanze, siano essi nostri alleati o nemici, il che costituisce di sicuro un incentivo in più verso l’azione. Il gioco in sé si rivela comunque abbastanza divertente, anche se soprattutto all’inizio il rapporto uccisioni/morti sarà pesantemente a nostro sfavore: un colpo in testa è sufficiente a mandarci al prossimo respawn (immediato per il deathmatch, di alcuni secondi per la missione), mentre per le altre parti del corpo ci vorrà qualche colpo in più per cadere a terra.

Medal of Honor beta

Polvere e bidoni

Tecnicamente MoH si presenta in modo più che accettabile, soprattutto considerando il fatto che si tratta pur sempre di una beta: particolarmente apprezzati i dettagli dello scenario come barili rotolanti e altri elementi destinati a “sporcare” la visuale e a dare al tutto un ulteriore tocco di realismo, favorito anche dalla presenza di elementi della mappa distruggibili. Animazioni e dettagli dei soldati restano per il momento abbastanza nella norma senza toccare livelli di straordinarietà, ma c’è tutto il tempo per fare anche questo e anche per donare alla modalità multigiocatore una killcam, completamente assente nella beta ma auspicabile nel gioco finale. Il sonoro offre una colonna sonora (il successo di Allied Assault dopotutto fu decretato in parte anche dal suo tema principale) già apprezzabile dai pochi menu della beta, mentre in missione ci si ritrova a girare tra il giusto mix pallottole vaganti, commenti dei commilitoni ed effetti speciali che mettono questo gioco al livello dei suoi concorrenti.

Medal of Honor beta

Concludendo

Tirando le somme per quanto visto nelle due mappe messe a disposizione da DICE possiamo dire che la modalità multiplayer del nuovo MoH sarà sicuramente in grado di dire la sua all’interno del sempre più sterminato panorama degli shooter in prima persona, dove il marchio Electronic Arts tornerà molto probabilmente a pieno titolo per rivendicare il primo posto perso diversi anni fa: per trarre conclusioni è sicuramente presto, ma se DICE continuerà per la strada intrapresa c’è sicuramente da poter ben sperare, sperando che a una modalità multigiocatore come si deve si affianchi anche un pari lavoro di EALA sulla parte offline del gioco.

Medal of Honor beta
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