Eccoci all’ormai consueto appuntamento di fine anno dove ogni membro della redazione di Gamesblog.it elenca i cinque giochi che più gli sono piaciuti e i cinque che invece non sono stati all’altezza delle sue aspettative.
I pareri espressi sono completamente soggettivi, si basano su esperienze personali, e naturalmente prendono in considerazione solo i titoli che ogni redattore ha avuto modo di provare approfonditamente. Non si tratta di una classifica oggettiva dei migliori e peggiori giochi usciti nel 2012, poiché non viene applicato il filtro dell’oggettività che si utilizza in fase di recensione.
Fra i giochi “Top” più gettonati dalla nostra redazione spiccano titoli come Far Cry 3, Journey, Fez e . Fra i “Flop” più ricorrenti troviamo invece nomi piuttosto importanti come Diablo III, Resident Evil 6 e PlayStation Vita. Subito dopo la pausa troverete le liste complete di ogni redattore. Non esitate a commentare e dirci quali sono le vostre personali scelte per questo 2012.
David
Doveroso preambolo: fra i tanti giochi del 2012 che per un motivo o per un altro non rientrano nella mia “Top 5” meritano una menzione d’onore Journey, Fez, Hotline Miami e Persona 4: Golden, riedizione di quello che è stato il mio “Top” assoluto nel 2009. Nei “Flop” invece la scampano per poco Ninja Gaiden 3 e Game of Thrones (quest’ultimo non ci rientra soprattutto perché le mie aspettative nei suoi riguardi non erano poi così alte da farmelo definire una vera e propria delusione).
Top:
- Far Cry 3 – da mesi avevo addocchiato questo gioco e l’avevo definito come una delle possibili grosse “sorprese” del 2012, e il risultato è stato addirittura oltre le aspettative: un open-world ben strutturato, dotato di un’accoppiata ambientazione/realizzazione tecnica da urlo, con una miriade di ottime missioni secondarie e un comparto multiplayer di buona fattura. Senza dimenticare un multiplayer divertentissimo (fantastica la cooperativa a 4 giocatori).
- Dishonored – gli Arkane Studios sono riusciti a creare uno fra i migliori esponenti degli FPS dove è possibile scegliere due stili di gioco diametralmente opposti, I divertentissimi poteri di Corvo permettono di variare in maniera totale, passando da sboronissime e truculente stragi di nemici “alla Rambo” a un approccio totalmente stealth, con interi livelli completati senza torcere un capello a nessuno. Fiore all’occhiello è anche l’ambientazione, di un fascino raro. Unica pecca: una realizzazione tecnica non eccelsa. Ma chiudiamo ben volentieri un occhio.
- XCOM: Enemy Unknown – reboot dell’originale, questo gioco è adattato ai tempi odierni e quindi si presenta più immediatamente fruibile anche per i giocatori meno avvezzi agli strategici a turni (infatti lo consigliamo vivamente anche a chi non ha mai giocato un titolo del genere). Forse non avrà la profondità disumana del primo UFO: Enemy Unknown, ma rimane uno dei migliori giochi usciti nel 2012. A mani basse.
- Dragon’s Dogma – è evidentissimo che il primo capitolo di questa saga sia ancora un frutto acerbo, ma già con i suoi mille difetti Dragon’s Dogma è riuscito a conquistare una folta schiera di giocatori. Una grossa speranza per il futuro dei GDR.
- Rocksmith – non poteva non trovare spazio nella mia personale “Top” anche Rocksmith, titolo che va elogiato per il suo indubbio valore didattico. Se si mettono da parte le velleità di diventare novelli Joe Satriani con il solo Rocksmith e si prende il software di Ubisoft per quel che è, ovverosia un simpatico strumento per far pratica da integrare necessariamente a vere lezioni di chitarra, questo può essere un piccolo asso nella manica per l’apprendimento.
FLOP:
- Resident Evil 6 – da fan di vecchia data della saga Resident Evil non riesco proprio a mandare giù questa deriva sempre più preoccupante verso il genere sparatutto. La strada intrapresa da Shinji Mikami con Resident Evil 4 era profondamente diversa. Spero che Capcom riesca a ridare dignità a uno dei suoi marchi più storici. Tutto questo, sorvolando su trama ed espedienti narrativi che sembrano scritti da un bambino delle elementari.
- PlayStation Vita – la console ha tutte le carte in regola per far bene, a partire da un hardware strepitoso. Certo che se poi escono pochi giochi, e dei pochi che escono la maggior parte sono semplici porting o rifacimenti di quanto già visto sulle macchine casalinghe, prima di sborsare 200 e rotti € ci si pensa almeno un paio di volte.
- Diablo III – nel 1997, Diablo è stato il mio primo gioco multiplayer online. Le mie aspettative per Diablo III erano enormi, ma ancora più grande è stata la delusione di ritrovarmi un gioco con poca atmosfera, poco coinvolgente, con un “endgame” impalpabile e, in generale, con pochissimo mordente.
- Pro Evolution Soccer 2013 & FIFA 13 – per il secondo anno di fila, entrambi i titoli calcistici finiscono nella mia lista “Flop.” Paradossalmente entrambi migliorano rispetto ai corrispettivi predecessori, ma nessuno dei due (soprattutto PES, c’è da dirlo) riesce ancora a convincermi appieno, e a trascinarmi nuovamente dentro quel mondo che è stato mio habitat naturale per 20 anni.
- Epic Mickey 2 – non appena finisce l’incanto per l’affascinante e immortale universo Disney (nel mio caso dopo meno di un’ora di gioco), ci si accorge di avere davanti un titolo lineare, poco profondo, noioso, con un sistema di controllo orribile e un’intelligenza artificiale ridicola. Vedere accostato il nome di Warren Spector a un gioco di tale mediocrità è una pugnalata al cuore.
Rosario
TOP:
- The Walking Dead – Cavalcando l’onda del successo della serie televisiva, Telltale Games ha creato un titolo assolutamente degno di nota, come da tradizione composto da episodi. Per il sottoscritto si tratta del miglior gioco in assoluto visto quest’anno, così come confermato anche dal titolo di GOTY ai VGA 2012.
- XCOM: Enemy Unknown – Un degno remake per uno dei titoli più amati all’interno del genere strategico. Senza esagerare nei cambiamenti, Firaxis Games è riuscita a convincere sia i fan di lunga data che coloro i quali non hanno mai avuto modo di giocare al vecchio titolo datato 1994. Da avere.
- NBA 2K13 – Per molti, semplicemente il miglior gioco sportivo mai creato, in barba ai vari FIFA e Pro Evolution Soccer. Una simulazione completa, con nuove modalità e l’arrivo del rapper Jay-Z a dare un rinnovato livello di spettacolarità alla serie di 2K Games, forte anche dell’assenza di concorrenza nel genere delle simulazioni di basket.
- Borderlands 2 – Ispiratissimo sequel che conferma quanto di buono realizzato da Gearbox nel primo capitolo, naturalmente ampliandolo. Una boccata d’aria fresca nel popolatissimo genere degli shooter in prima persona, anche grazie alle collaudate componenti ruolistiche.
- Far Cry 3 – Cronologicamente l’ultimo arrivato, ma il vero “big one” di Ubisoft per questa annata nonostante un certo Assassin’s Creed III. Definitiva consacrazione della serie Far Cry grazie al lavoro di Ubisoft Montreal, che ci ha dato un’isola tutta da scoprire.
FLOP:
- Game of Thrones – Un’altra serie televisiva dall’alto potenziale, con la quale però Cyanide non riesce a convincere. Un vero peccato, considerando proprio il successo ottenuto invece dall’altra serie The Walking Dead. L’inverno videoludico in quel di Westeros è arrivato in anticipo.
- PES 2013 – Un tempo era la simulazione di calcio regina del mercato, ma per Konami quegli anni sembrano sempre più lontani. Nonostante le migliorie apportate da Konami al suo videogioco, la concorrenza con FIFA 13 è andata ancora ad assegnare il titolo di migliore in campo alla simulazione Electronic Arts. Rimandato per un altro (ormai l’ennesimo) anno.
- Resident Evil 6 & Resident Evil: Operation Raccoon City – Dov’è finito il survival horror? Ce lo siamo chiesti una volta completata l’esperienza di Resident Evil 5 e sempre più ce lo domandiamo con Resident Evil 6, mentre Operation Raccoon City non riesce assolutamente a convincere. Ritorno alle origini obbligatorio per il prossimo capitolo.
- Medal of Honor: Warfighter – Electronic Arts perde la guerra con Call of Duty: Black Ops II e lo fa con un brutto tonfo. Il genere degli shooter in prima persona ha bisogno di novità, ed EA dovrà fare i conti con questo se l’anno prossimo vorrà battere Activision.
- Diablo III – Una piaga i suoi problemi tecnici, finiti anche per diventare un meme. Forse inevitabile dopo 12 anni d’attesa, ma c’è chi ci ha messo il suo. Al punto da far ritenere a molti Torchlight II il vero successore della serie Diablo.
Michele
TOP:
- Journey – Uno dei più bei titoli a cui abbia mai giocato in tutta la mia “carriera videoludica”. A distanza di mesi dall’ultima volta che ho indossato i panni del misterioso avventuriero del deserto alieno di thatgamecompany il trasporto emotivo che mi lega all’eroe incappucciato di Jenova Chen continua ad essere fortissimo, così come vivido e dannatamente attuale è tutt’ora il ricordo di ogni singola vibrazione sonora avvertita ad ogni passo compiuto dal mio alter-ego lungo il viaggio mistico verso la luce pulsante sulla cima della montagna in lontananza. Pura estasi.
- Fez – Il Dark Souls dei puzzle-platform. L’universo multidimensionale che si cela dietro alla gioiosa spensieratezza di Gomez, e sotto il suo copricapo magico, mi ha riportato a un’infanzia passata a maledire le istruzioni per costruire un castello di Lego e a inveire contro le melanzane dei custodi dei castelli di Kid Icarus. Un gioco ricco di enigmi imprescrutabili e di mondi indecifrabili, un esperimento psicologico prima ancora che ludico: in definitiva, il regalo perfetto da fare tanto agli amici quanto ai nemici.
- Borderlands 2 – Il titolo “mainstream” che ho apprezzato di più nel corso del 2012. I Gearbox Software non hanno disatteso nessuna delle impegnative promesse fatte nel corso della lunga fase di sviluppo, sono riusciti a mantenere intatto lo spirito scanzonato e sopra le righe del capitolo originario e hanno saputo irrobustirne le meccaniche di gioco innovando il giusto senza mai cadere nella trappola della ripetitività. Una scelta obbligata.
- Darksiders II – Un action-GDR vecchia scuola, in cui la trama vive e si evolve in funzione esclusiva dell’esperienza di gioco. Nonostante gli svarioni narrativi e lo scarso risultato conseguito “ai botteghini”, l’ultima creatura di Vigil Games è riuscita a regalarmi emozioni a perdifiato con un’avventura che, pad alla mano, non ha perso un colpo nemmeno nelle fasi di gioco più avanzate, e questo per merito della quantità disumana di dungeon da esplorare e di enigmi da risolvere.
- XCOM: Enemy Unknown – Il reboot perfetto. Nell’anno della caduta dei mostri sacri del settore (dal fallimento di Curiosity di Peter Molyneux alle scuse accampate da Ken Levine per giustificare i ritardi a raffica di BioShock Infinite), quel volpone di Sid Meier è riuscito nell’impresa impossibile di trasformare uno strategico del 1994 per nerd “illuminati” in un capolavoro adatto per ogni palato videoludico moderno. Un miracolo dei giorni nostri che merita di essere preso ad esempio da tutti gli sviluppatori e gli artisti digitali del settore.
FLOP:
- Medal of Honor: Warfighter – Gli oliati ingranaggi narrativi degli autori degli studi Danger Close non bastano a risollevare le sorti di un progetto inconcludente e apatico tanto nella forma quanto nella sostanza. Per la quantità oscena di bug e di glitch riscontrati da chi ha avuto la sfortuna di comprare il gioco nei giorni di lancio, sembra quasi che gli operatori Tier 1 interpellati dalla sussidiaria losangelina di Electronic Arts si siano divertiti a fare il tiro a segno con i server aziendali. Con meno esaltati dal grilletto facile e con più sviluppatori, probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso.
- Black Ops: Declassified – Il modo più indegno di occuparsi di una proprietà intellettuale pesante come quella di Call of Duty. Un vero e proprio insulto all’intelligenza dei videogiocatori di PS Vita che, tra l’altro, s’aggiunge alla depressione di chi (come il sottoscritto) ha acquistato a prezzo pieno il gioiellino portatile di casa Sony nella disillusa speranza che dall’altra parte ci fosse stato qualcuno disposto a spendersi su questa scatola di alluminio e silicio vuota di contenuti ma ricca di potenzialità.
- Binary Domain – Nato per far incontrare i gusti occidentali all’arte videoludica dei maestri orientali, l’esperimento di Toshihiro Nagoshi ha finito con lo scontentare sia gli utenti in madrepatria che gli appassionati americani ed europei di action-sparatutto. Nonostante lo sforzo e l’encomiabile lavoro svolto da chi ha steso il plot narrativo e dato forma alla visione di una Tokyo futuristica caduta in mano a una stirpe di robot senzienti, la sensazione generale che se ne ricava è quella di un titolo “di plastica”, con dei protagonisti fintamente coinvolti nella trama e dei nemici prevedibili come cozze abbarbicate a uno scoglio.
- Kingdoms of Amalur: Reckoning – Per chi come me vorrebbe che la storia di Morrowind e di Oblivion venisse insegnata nelle scuole italiane al posto dell’ora di religione, la sola esistenza di Reckoning è di per sé causa di uno tremendo shock mitigato, anche se solo marginalmente, dalla consapevolezza che la proprietà intellettuale è oramai decaduta. Da giganti del calibro di Todd McFarlane, di R.A. Salvatore e di Ken Rolston mi sarei aspettato di tutto, tranne uno pseudo-MMORPG evanescente e sconclusionato.
- Steel Battalion: Heavy Armor – Il vincitore indiscusso del premio per il titolo più ingiocabile dell’anno: dopo averci allontanato dalla grazia del Signore a forza di imprecazioni lanciate all’indirizzo delle creature immonde che popolano lo spietato universo di Dark Souls, quei diavolacci di From Software ci danno il colpo di grazia con un titolo giocabile solo dalla dea Kali, da chi è in possesso di quattro o più arti e dai parenti più prossimi del polpo Paul. L’esperimento degli sviluppatori giapponesi ha, se non altro, il merito di fissare i paletti dei limiti strutturali di Kinect: gran bella consolazione, non trovate?
Antonio
TOP:
- Journey – Mentre tanti altri si struggono ostinatamente nel tentativo di inculcarci un’idea di videogioco “anacronisticamente progressista”, Jenova Chen e soci ci mostrano la terza via, come sempre la più degna. Prendendo in prestito le parole di Frank Zappa, parlare di Journey è come ballare d’architettura. Espressione stravagante forse, ma chi si è già prestato a questa esperienza capirà senz’altro.
- Hotline Miami – Passato in sordina poiché essenzialmente non ha potuto contare su un’adeguata copertura mediatica, Hotline Miami è un’ode rivolta ad un’epoca che non c’è più. Progetto per certi aspetti “colto”, dove tale termine non rimanda ad alcun intellettualismo accademico. Quello dei Dennaton Games è piuttosto un gioco brutale, sia dentro che fuori. Basilare nelle meccaniche, ma in grado di offrire un elevato grado di sfida. Ma su tutto, è l’atmosfera a rendere Hotline Miami uno dei titoli più interessanti di questo 2012. Brani fenomenali che entrano nella testa per non più uscirne, trama sorprendentemente accattivante e divertimento alle stelle; con un pizzico di sana frustrazione.
- Persona 4 Golden – Che altro aggiungere su Persona 4 che non sia già stato detto? Questo porting su PlayStation Vita giunge puntuale a garantire un po’ di ossigeno ad una console che ancora fatica ad ingranare. Il gioco è pressoché identico alla controparte su PS2, salvo l’ingresso di un nuovo personaggio (Marie) e poco altro. Tuttavia sullo schermo della piccola di casa Sony fa davvero il suo effetto.
- Virtue’s Last Reward – Secondo capitolo della saga Zero Escape, dopo il già notevole 999. Uscito su PlayStation Vita e 3DS, si erge quale must buy su entrambe le piattaforme. Qualora doveste incontrare qualcuno che vi faccia notare quanto questi ultimi anni siano a corto di avventure grafiche, non credetegli. Nulla va buttato di certi titoli, che vanno accettati in toto, difetti inclusi.
- Halo 4 – Chi vi scrive difficilmente lo avrebbe immaginato, eppure è andata proprio così. Nuovo sviluppatore, nuovo Halo. 343 Industries ha ricevuto un’eredità oltremodo gravosa, riuscendo però nel non indifferente compito di dare vigore ad una serie che già con la sua terza incarnazione rischiò pericolosamente di capitombolare. Campagna divertente e tutto sommato articolata, multiplayer ai soliti livelli. Un prodotto completo, il cui passaggio di testimone ha finito col rappresentare la cosa migliore che potesse capitargli.
FLOP:
- Resident Evil 6 – Per quanto mi riguarda, tendo ad identificare il concetto di flop con quello alla base del termine delusione. Lo si tenga bene a mente, perché di questo tratto nella presente categoria. Da mesi oramai avevamo ben chiara la situazione, consapevolezza che ha reso la vigilia dell’uscita di questo titolo quasi una farsa. Sembra ieri quando Capcom ci assicurò che con il sesto capitolo avrebbero voltato pagina, recuperando ciò che si erano lasciati sfuggire strada facendo. Ed invece eccolo qui, un titolo che, prima di ogni altra cosa, pare distruggere sadicamente quel che è rimasto della speranza di vedere un vero survival-horror. Che l’ultimo Resident Evil della saga piaccia e diverta poco rileva ai fini di tale discorso. Nè ci si può tacciare di indole reazionaria, perché Resident Evil 4 fu un gioco dal valore indiscutibile. Eppure era decisamente altro rispetto a tutto ciò che l’aveva preceduto.
- Mass Effect 3 – Assodato che in questa lista non troverete titoli indecenti, ma semplici delusioni, passiamo ad un’altra menzione senza dubbio impopolare. E mi si creda quando faccio notare che non c’è nulla di premeditato, di studiato a tavolino col solo intento di fare scalpore. Lasciando perdere il discorso relativo al finale, Mass Effect 3 evidenzia tutti i limiti di una compagnia che oramai ha preferito adagiarsi. Il cosiddetto sistema di scelta, fino a qualche tempo fa fiore all’occhiello di BioWare, non ha fatto registrare alcun reale miglioramento, quando invece qualche intervento in tal senso sarebbe stato possibile e gradito. Quello che resta è un titolo che, come il suo predecessore, non rende giustizia a quel gran pezzo di videogioco che è il primo, strabiliante e straripante Mass Effect. Peccato.
- Ninja Gaiden 3 – Dato che oramai va sempre più delineandosi il filo conduttore di questa categoria, come non citare l’ultimo Ninja Gaiden in tema di crisi d’identità? È vero, mancava Tomonobu, concesso. Ma a tali livelli bisogna essere preparati a certi avvicendamenti, sempre più frequenti tra l’altro. Ed invece il Team Ninja dimostra di essere totalmente scoperto e per niente pronto al dopo-Itagaki. Il risultato è un titolo che soprattutto con il primo, arduo Ninja Gaiden non ha nulla da spartire.
- 007 Legends – In questo caso, ahinoi, l’approfondimento serve a poco. Il capitolo GoldenEye è bello che archiviato da quel lontano 1997. Stavolta si è voluto cavalcare l’onda dell’ottimo Skyfall uscito al cinema, con risultati a dire il vero scadenti. Spesso la nostalgia non è sufficiente a dare un senso a certe operazioni.
- Test Drive: Ferrari Legends – Anche qui, il tentativo è stato quello di rendere appetibile un prodotto oggettivamente modesto puntando solo ed esclusivamente sulla componente affettiva. Il punto però è che questo non è Test Drive! Di certo non quello che conosciamo e che vogliamo. Test Drive Unlimited 2, pur con tutti i propri limiti, riusciva ad assecondare certe istanze, risultando comunque gradevole. Ingabbiare un franchise di questo tipo all’interno di una pista, per quanto possa trattarsi di una mossa passeggera, rende vano a priori ogni sforzo.
Matteo
TOP:
- Gravity Rush: probabilmente uno degli unici titoli usciti sulla nuova portatile Sony che ha veramente fatto il segno, ma soprattutto un gioco tutto nuovo che è riuscito ad emergere tra la serie di riadattamenti, spin-off e seguiti che hanno condito per tutto il 2012 la noiosissima scelta di del parco titoli di PS Vita.
- The Walking Dead: Adoro la tematica “zombesca” da sempre e l’omonima serie televisiva è una delle mie preferite (dopo Lost e Fringe) quindi non potevo trattenermi nel comprare tutti gli episodio di questo riadattemnto videoludico. Inoltre TelleTale Games è riuscita, dopo lunghi anni, a farmi riavvicinare al genere di avventure “punta e clicca” con una formula di gioco impeccabile.
- Fez: dopo aver visto migliaia di video a diverse presentazioni di conferenze Indie, finalmente Fez è arrivato e me lo sono gustato come non gustavo da tempo un platform. Ritengo perfette le meccaniche di gioco, semplici dall’aspetto (come la grafica d’altronde) ma totalmente geniali.
- Resident Evil: Revelations – Probabilmente l’ultimo capitolo della serie che è riuscito a tenermi incollato allo schermo. Il titolo Capcom su console portatile Nintendo è riuscita perfettamente a mantenere le aspettative promesse con prestazioni grafiche quasi da console casalinga. Da giocare esclusivamente con Circle Pad Pro.
- Hotline Miami: È violento, è retro, è spettacolare ed è il titolo più piratato di quest’anno. Mi ricorda vagamente, Drive, la bellissima pellicola cinematografica di Nicolas Winding Refn con protagonista Ryan Gosling. Poi ha una colonna sonora electro da urlo! Peccato si uscito solo per Windows, ma presto lo vedremo anche su Mac OS ed è anche stato già annunciato un seguito. Un peccato non provarlo. Davvero.
FLOP:
- PS Vita: Ero entusiasta all’uscita. Un parco titoli di tutto rispetto e prestazioni davvero accattivanti. Peccato però che Sony stia facendo lo stesso errore commesso con la sorella minore PSP. Qui c’è bisogno di titoli originali del calibro si Gravity Rush.
- Call of Duty Black Ops Declassified: l’hanno menata sopra e sotto per tutto il periodo post lancio di PS Vita senza mostrarne neanche uno screenshot cercando di creare un hype che fortunatamente non ha avuto modo di esistere. Il titolo è veramente pessimo. Corto. Pieno di bug. Insomma… una vera cialtronata!
- Resident Evil 6: l’unico Resident Evil che mi ha veramente deluso anche solo provando le versione dimostrativa. Dov’è finito il survival horror? E tutte ste sparatorie a che pro? Molto meglio godersi ZombiU per Nintendo Wii U. Quello si che, nonostante il gameplay, riesce a regalare veri attimi di terrore.
- Epic Mickey 2: ho avuto modo di recensirlo e mi duole ripetere le stesse cose già scritte. Il titolo sbaglia miseramente nel tentativo di offrire una giocabilità cooperativa che dovrebbe essere il fulcro di questo seguito. Warren Spector, dove sei finito?
- 007 Legends: ho sperato tanto che Eurocom riuscisse a far rivivere le leggendarie avventure cinematografiche di James Bond in un titolo mantenendo tutto quello di buono che sono riusciti a confezionare in GoldenEye. Ma mi sbagliavo. Molto meglio SkyFall al cinema, di gran lunga!
Luca
TOP:
- Far Cry 3 – Uno scenario vivo e pulsante, fatto di presenze volutamente bizzarre che però non stonano e contribuiscono a dare personalità ad un gioco che va ben oltre il suo bellissimo involucro e che — almeno per una volta — giustifica i progressi dell’architettura PC sul fronte delle GPU più evolute.
- XCOM: Enemy Unknown – Uno strategico a turni riesumato direttamente dagli anni 90? No, non era un’impresa facile eppure Firaxis ha centrato bene tutti gli obbiettivi realizzando un gioco stratificato, multisfaccettato e completo, che reinterpreta senza stravolgere troppo l’essenza dei gloriosi XCOM d’annata.
- Minecraft: Xbox 360 Edition – Non ha la profondità (sopratutto nel multiplayer) della sua controparte PC, ma questo porting per X360 conferma che la creatura di Notch è in grado sopravvivere autonomamente anche dopo l’hype iniziale, risucchiando altri milioni di giocatori nel suo mondo retro-cubettoso.
- Dishonored – Arkane Studios per il suo Dishnored ha scelto un percorso difficile, ma è stata premiata. Tecnicamente non perfetto, ma l’ambientazione e la trama avvolgente, così come i diversi approcci di gameplay lo rendono uno dei titoli più genuini di questo 2012.
- DayZ Mod – Un fenomeno indie nato sulle spalle dell’FPS militaristico dei Bohemia (Arma II), che si spoglia di tutti i suoi orpelli più simulativi e poco immediati per tramutarsi in un open-world survivalistico di rara bellezza, e tutto questo nonostante la sua natura ancora palesemente grezza e poco rifinita. Dita incrociate per la versione stand-alone.
FLOP:
- Call of Duty: Black Ops II – “Shut up and take my money”, per farla breve. Ha generato i soliti milioni di dollari d’incassi, ma anche quest’anno COD è la copia carbone di quello precedente, e di quello precedente ancora, coi soliti ritmi inumani e mappe claustrofobiche che premia solo i riflessi meccanici, non una vera “strategia di guerra” ragionata. La campagna è buona, ma Treyarch e Infinity Ward prima o poi dovranno iniziare ad innovare.
- Need for Speed: Most Wanted – Un package innegabilmente bello (lo è sempre stato, dopo tutto), ma che in questa versione dei Criterion risulta privo di personalità e spessore, quasi una banale riedizione dei loro precedenti Burnout.
- Diablo III – Un seguito che si fa attendere così tanto deve offrire ben più di quello che ha offerto Blizzard col suo Diablo III, altrimenti si rischia una pessima figura. Purtroppo così è stato, e nonostante gli incassi da record verrà probabilmente ricordato per la sua mancanza di endgame e il piccolo oceano di bug, sparsi tra gioco e server.
- Assassin’s Creed III – E’ un colossal dotato di un reparto grafico semplicemente imponente, ma che fallisce nel fornire qualcosa di veramente nuovo a una serie da cui ormai è lecito aspettarsi più che una semplice reinterpretazione delle formule già viste.
- Game of Thrones – Una saga di libri fantasy monumentale, una serie TV ben realizzata ma non eccezionale e… un gioco terribile. Game of Thrones non è totalmente privo d’ispirazione, ma i suoi bei momenti sono abissati da un un’esecuzione mediocre e condita da troppi bug. Un vero peccato, considerata la fonte da cui attinge.
Alessandro
Scegliere cinque giochi che hanno caratterizzato l’anno in maniera positiva e negativa non è certo cosa semplice. La pratica di sfoltire i vari titoli usciti da gennaio a oggi è stata piuttosto complicata, dato che un elenco così selettivo significa per forza tralasciare alcuni giochi indimenticabili che per qualche piccola sfaccettatura non sono riusciti a entrare nella TOP 5, come ad esempio Dishonored e Assassin’s Creed 3.
TOP:
- Max Payne 3 – Con Max Payne 3 tornano le avventure del poliziotto più famoso dell’universo videoludico che ha portato su PC il genere noir, inserendo inoltre il famosissimo bullet time. Una trama piena di colpi di scena e degna di un film di Hollywood, un gameplay tipico dei titoli action e un motore grafico convincente sono le cartucce sparate dagli sviluppatori di casa Rockstar.
- Far Cry 3 – Un FPS dalla trama scontata ma incredibilmente accattivante è solo una delle caratteristiche principe di un gioco incredibilmente vasto. La miriade di missioni aggiuntive sono in grado di tenere incollato il giocatore allo schermo per molte, senza contare la modalità cooperativa sia in locale che in rete caratterizzata da un plot narrativo partorito per l’occasione.
- Darksiders II – THQ incentra il secondo episodio della serie Darksiders sul Cavaliere dell’Apocalisse Morte, uscendo dai canonici schermi di hack & slash e dando al gioco una serie di feature in grado di trasformarlo in un vero action rpg. Combattimenti mai noiosi, livellamento del personaggio e una fase esplorativa piacevole accompagnano il giocatore attraverso ore e ore di divertimento.
- Dark Souls: Artorias of the Abyss – Come non citare l’espansione di Dark Souls, in grado di aumentare la longevità di un gioco uscito più di un anno fa ma sempre in grado di tenere impegnato il giocatore con nemici particolarmente efferati. Il nuovo DLC e la possibilità di affrontare il New Game+ fino a sette volte sono caratteristiche straordinarie che fanno del di Dark Souls un titolo praticamente infinito
- Fifa 13 – Il gioco del calcio di casa EA riesce ancora una volta a convincere sia i fan della serie che i calciatori virtuali amanti della serie PES. L’inserimento di nuove tecniche di gestione della squadra, una IA totalmente rinnovata e una maggior attenzione ai sistemi di passaggio e tiro perfezionano un brand ancora una volta.
FLOP:
- Ps Vita – Tanto fumo, niente arrosto. La console portatile di casa Sony possiede caratteristiche tecniche di altissimo livelli ma una line up videoludica particolarmente povera e poco ispirata. Solo Gravity Rush ha saputo tenere alto il nome del marchio, ma poi… buio completo.
- Dragon Ball Z Kinect – Idea davvero fantastica quella di proporre un picchiaduro in soggettiva basato sulle avventure di Goku e compagnia bella. Peccato che la trama sia solamente abbozzata e le routine di gestione dei movimenti rispondano sempre in ritardo, causando una notevole frustrazione.
- ZombiU – Hype ai massimi livelli per un titolo che propone una variante innovativa dei survival horror ma cade sotto la pesante ascia del motore grafico – davvero scarno – e un sistema di combattimento troppo ripetitivo.
- PES 2013 – Seppur siano stati fatti grossissimi passi avanti rispetto alla versione precedente, PES è ancora una volta una delusione. La IA legata alla difesa è quasi imbarazzante, soprattutto per quanto riguarda il portiere, la presenza di fastidiosi binari
- Forza Horizon – Niente da dire su Forza Horizon a livello tecnico ma il totale approccio arcade del gioco ha dato false speranze agli amanti del brand, lasciandoli orfani della simulazione automobilistica che da sempre ha contraddistinto il marchio.