Aggiornamento del 26 gennaio 2016 – A cura di Rosario.
La storia di Lance Perkins e di suo figlio diciassettenne è di quelle in grado di far venire letteralmente la pelle d’oca, tremando al solo pensiero di trovarsi un salatissimo conto da 8.206,43 dollari spesi con la carta di credito in acquisti in-app all’interno di FIFA 16. Per fortuna, alla famiglia canadese le cose sono andate abbastanza bene, visto che Microsoft ha accettato di rimborsare la cifra spesa.
Ricordiamo che Perkins aveva dato al proprio figlio la sua carta di credito per l’uso in caso di emergenza, ritrovandosi poi costretto a inghiottire il boccone amaro o provare a ottenere i soldi indietro dopo avere però denunciato il giovane per frode. Una cosa che un genitore non si sognerebbe mai di fare, anche di fronte a una “marachella” di queste dimensioni, ma per fortuna la società di Redmond ci ha messo una pezza.
Nonostante inizialmente Microsoft avesse chiarito la legittimità della spesa da oltre 8.000 dollari, a quanto pare l’azienda ha avuto modo di cambiare idea. Immaginiamo che non l’abbia cambiata invece Perkins, che a suo tempo aveva giurato di non voler più veder entrare una console a casa sua.
Via | Mcvuk.com
FIFA 16, un diciassettenne spende 8.000 dollari a insaputa del padre
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Post originale del 19 gennaio 2016 – A cura di Rosario.
[related layout=”right” permalink=”https://www.gamesblog.it/post/404340/fifa-16-lo-spot-televisivo-con-leo-messi-kobe-bryant-e-altri-campioni”][/related]Ci sono tanti modi di sorprendere i propri genitori, ma quello studiato da un ragazzo in Ontario non se lo augura nessun papà. Da quel di Pembroke ci arriva infatti la storia di Lance Perkins, il cui figlio di 17 anni ha speso la bellezza di 8.000 dollari in FIFA 16. Il tutto naturalmente a insaputa del padre, accortosi della cifra mancante giusto in tempo per Natale.
Il figlio di Perkins avrebbe dovuto usare la carta di credito solo per le emergenze, o per effettuare acquisti di materiali per il negozio posseduto dalla famiglia, ma alla ricezione dell’estratto conto il 23 dicembre è arrivata l’amara sorpresa: la difesa del ragazzo è stata che egli non avesse idea di aver speso così tanti soldi, immaginiamo investiti per comprare giocatori all’interno della modalità Ultimate Team.
La posizione del genitore è adesso molto difficile: Microsoft sarebbe al lavoro per chiarire la natura delle spese, che se confermate non dovrebbero essere coperte dal Microsoft Services Agreement. L’uso di mezzi di pagamento appartenenti ai genitori è infatti ritenuto lecito dall’azienda di Redmond, che mette anche a disposizione dei genitori un sistema di controllo per evitare questi spiacevoli incidenti.
Al ragazzino, nel frattempo, la bravata è costata cara: Perkins ha giurato di non volere più nessuna piattaforma da gioco nella propria casa.
Via | Gamesradar.com