La Digital Bros è una multinazionale italiana nata a Milano nel 1989: adesso ha l’obiettivo di portare la sua Game Academy al successo, cercando di formare figure professionali che siano in grado di porsi non solo come fruitrici di videogiochi prodotti da software house non italiane ma anche come protagonisti dell’atto creativo; in altri termini, questa idea, nata dalla mente di Abramo e Raffaele Galante, vuole dare una vera opportunità ai più talentuosi, e va ad affiancarsi alle poche realtà presenti nel nostro territorio (tempo fa, per esempio, vi abbiamo parlato dell’Università di Videogiochi che aveva aperto da poco a Salerno).
Si tratta di una proposta davvero interessante e originale, soprattutto se considerate che l’Italia è uno dei mercati più fiorenti in Europa – parliamo del settore videoludico – e tra i primi dieci a livello globale: i videogiocatori censiti, pensate, sono pari a ben 21 milioni, anche se gran parte di loro predilige quasi sempre gli stessi generi (action e sport: le classifiche di vendita settimanali parlano chiaro).
“I videogiochi – spiega Raffaele Galante, amministratore delegato della società – nascono dalla creatività e questa a noi non è mai mancata, dalla moda al design. In Italia ci sono talenti inespressi a cui vogliamo dare gli strumenti per potersi misurare in un settore che ormai da anni non accenna a smettere di crescere”.
Ma vediamo tutti i dettagli: la Digital Bros Game Academy inizierà il 12 gennaio e avrà un costo di ben 8mila 500 euro; sarà articolato in tre indirizzi – game design, game developer e artist & animator 2D/3D – e avrà come studenti soltanto quelli più portati per il settore: i selezionati, infatti, saranno tra i trenta e i quaranta, e soltanto tre, purtroppo, potranno avere una borsa di studio.
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Tutto sarà essenzialmente basato sulla pratica, nell’ottica del learning by doing: qualsiasi argomento, insomma, avrà riscontro nelle attività di laboratorio, affinché, dopo il 14 novembre (data ultima per l’inoltro delle domande), inizino a nascere non dei teorici del gaming ma degli sviluppatori fatti e finiti.