Giunti finalmente all’attesa commercializzazione di Deus Ex: Human Revolution, i ragazzi di Eidos Montreal cercano di stemperare lo stress accumulato in questi anni di intenso lavoro (uno stress acuito per giunta dal fallimento della casa madre e dalla conseguente acquisizione di Square Enix) lasciandosi andare ai microfoni di EDGE per spiegare loro il lungo processo creativo che li ha portati a realizzare le ambientazioni del capolavoro steampunk con protagonista Adam Jensen.
“Per progettare le città di Human Revolution abbiamo fatto un giro per Montreal e abbiamo immaginato come potessero essere queste grandi metropoli nell’anno 2027. Il nostro è stato un processo di sviluppo molto lungo, con studi artistici, architettonici e di design industriale approfonditi e specifici per influenze geografiche. All’inizio volevamo ricreare molte più città, avevamo programmato lo sviluppo di grandi hub esplorabili di Montreal, di Heng Sha Alta e di una megalopoli indiana.
Non appena abbiamo cominciato a costruire questi hub, però, purtroppo abbiamo capito che non avremmo mai potuto fare fronte alla mole gigantesca di lavoro che ci avrebbe atteso, e così abbiamo ridimensionato le nostre ambizioni cercando di concentrarci sulle restanti zone.”
Considerando il numero già parecchio elevato di aree esplorabili della versione di Human Revolution che alla fine è giunta nei negozi, possiamo tranquillamente affermare che l’abbandono di queste mappe aggiuntive non ha influito negativamente sul tenore qualitativo dell’avventura principale che, oltretutto, tra non molto verrà approfondita e ampliata con la sua prima espansione.